Quante volte vi è capitato di trovarvi a una cena di lavoro, con amici o ospiti a una degustazione di vini e non trovare le parole giuste per evitare momenti di imbarazzo?
Davanti a frasi del tipo: “Questo vino è molto strutturato”; “bouquet croccante!”; “Un vino che descrive perfettamente il terroir” ecc., silenzi, sorrisi di approvazione e occhi persi nel vuoto al suono di aggettivi e frasi arzigogolate spesso utilizzate da sommelier o aspiranti tali (elemento presente in tutte le compagnie!) nella descrizione di vini e calici.
Per muovere i primi passi nel mondo del “lessico del vino” e comprenderne i termini che finora avete sempre ascoltato passivamente e senza una piena e reale comprensione, ecco dei piccoli suggerimenti: un vero e proprio Dizionario in Sorsi per parlare di vino.
Iniziamo con alcuni termini per descrivere diversi stili di vino, per finire con un focus sulla terminologia adatta ai vini bianchi.
È importante sapere che un vino può essere descritto e degustato, grazie a un lungo e complesso studio alle spalle, attraverso l’esame visivo, olfattivo e gustativo.
Ad ogni modo, esistono frasi e aggettivi infallibili che possono alleggerire l’imbarazzo a tavola e farvi apparire un po’ come intenditori.
Detto questo passiamo al nostro “Dizionario in sorsi” con alcuni termini di base.
Corpo, definito da quanto pesante e ricco è il sapore di un vino. È una combinazione di diversi fattori: varietà d’uva, grado alcolico e persino livello di dolcezza.
Tannino, rappresenta uno dei componenti del vino, responsabile della sensazione astringente. Si trova nelle bucce e nei vinaccioli e nel legno delle botti usate per maturazione o affinamento. Con il tempo le sostanze contenute nel tannino si ossidano e passano dal giallo al rosso bruno, dando colorazione al vino.
Corposo, si dice di un vino ricco di alcool e estratto secco dove sapore e colore sono strutturalmente in armonia tra loro. Un esempio di vino corposo è sicuramente il nostro Nero D’Avola della linea Gaudis.
Fruttato, è invece un termine piuttosto comune nella descrizione dei vini, bianchi o rossi che siano, denotati proprio dal sentore di note fruttate. Generalmente, profumi di frutta bianca sono presenti nei vini bianchi, mentre profumi di frutta rossa lo saranno nei vini rossi. Per essere più precisi, inoltre, solitamente vini più giovani presentano profumi di frutta fresca, mentre vini più invecchiati sprigionano note di frutta secca o confetture. Per fare un esempio pratico, il nostro Grillo della linea Vibrazioni, presenta note di frutta a polpa gialla, mentre il Nerello Mascalese anch’esso della linea Vibrazioni, presenta note di ribes e ciliegia.
Acidità, caratteristica fondamentale nel vino, si può immaginare quasi come la colonna vertebrale dello stesso! È riconoscibile dalla sensazione di freschezza che anima la bocca e che provoca sia una contrazione gengivale che un aumento della salivazione. Esistono vari livelli di acidità: avremo allora un vino piatto, abbastanza fresco, fresco ed infine acidulo.
Astringente, termine che va a definire un vino con un’eccessiva presenza di tannini e acidità (non equilibrato), dal gusto ruvido e che porta alla quasi totale sensazione di secchezza delle gengive e del cavo orale.
Morbido, si dice di un vino che rilascia una sensazione vellutata che lo rende morbido al palato. La morbidezza è dunque una componente sensoriale molto importante nel vino, fondamentale per il suo equilibrio.
DOC, acronimo che sta per Denominazione di Origine Controllata, rappresenta il legame tra il vino e il proprio territorio di origine. Infatti, individua l’area o la regione di coltivazione delle uve di un particolare vino e ne classifica, secondo le normative vigenti, le caratteristiche qualitative. I vini con marchio DOC possono essere messi in commercio solo dopo accurate analisi chimiche e sensoriali.
DOCG, acronimo di Denominazione di Origine Controllata e Garantita: questa denominazione identifica la provenienza geografica di un vino molto pregiato che da almeno per 10 anni si è potuto già vantare del marchio DOC. La differenza tra un vino DOC e DOCG sta essenzialmente nei requisiti più stringenti relativi ai controlli chimico-organolettici.
Terroir, questo termine indica il rapporto che lega il vino alle caratteristiche del microclima e del suolo in cui è coltivato. Un vino che descrive il terroir sarà dunque un vino capace di affermare la sua provenienza.
Cuvée, è il risultato delle operazioni di taglio di vari vini di diverse provenienze ed annate, solitamente alla base degli spumanti metodo classico, ma non solo. Ne è esempio il nostro Cuvée Federico della linea Gaudis: spumante blend di Chardonnay e Catarratto.

Il nostro Dizionario in sorsi continua con un focus sui termini più frequenti per descrivere il vino bianco o gli spumanti.
Fresco, generalmente usato per vini bianchi secchi e leggeri di corpo, piacevolmente acidi o vivaci, regala al palato una sensazione di freschezza e provoca una salivazione prolungata. Bere un vino fresco dà una sensazione simile al mordere una mela verde.
Secco, indica un vino che ha meno di 2gr/L di zuccheri residui, e dunque non fa percepire la sua dolcezza al palato.
Croccante, come fosse un frutto sodo, non troppo maturo, si usa per indicare un vino che comunica sensazioni di freschezza, di fruttato e floreale. Ne è esempio il nostro Don Ros Bianco, che presenta sentori di frutta a polpa gialla croccante.
Beverino, si definisce tale un vino non particolarmente impegnativo da bere, scorrevole e che non possiede un elevato grado alcolico.
Persistente, lo è un vino i cui sapori permangono a lungo al palato.
Complesso, un vino può dirsi tale quando presenta un bouquet composto da una molteplicità di profumi.
Piacione, termine utilizzato per parlare di vini particolarmente morbidi e vellutati, con un buon residuo zuccherino. Queste caratteristiche rendono il vino piacevole da bere, e dunque piacione.
Sapido, ossia un vino ricco acidità e di sali minerali.
Perlage, indica le file di bollicine di anidride carbonica che si sviluppano negli spumanti quando vengono versati.
Crosta di pane, con questo termine si vuole descrivere la presenza di profumi che ricordano la crosta del pane nel vino. Spesso presente nello Chardonnay e negli spumanti più maturi. Le note tostate di crosta di pane si possono sviluppare lentamente negli anni, durante l’affinamento in bottiglia, dopo la presa di spuma. Un esempio è il nostro Cuvée Federico, dal delicato color giallo paglierino con riflessi verdi, dal perlage numeroso e di buona persistenza. Presenta un vivace e fine bouquet di agrumi e macchia mediterranea, accompagnato da sentori di crosta di pane e nocciole.
Avevate già sentito questi termini? Ne conoscevate il significato?
Grazie a questo breve dizionario, da ora in poi, anche voi potrete utilizzare la terminologia corretta per stupire i vostri commensali e non sentirvi più esclusi (almeno in parte) dalle conversazioni sul vino.
Non dimenticate che non finisce qui, c’è ancora un universo da scoprire e pian piano vi accompagneremo nella scoperta.
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